Durante la pandemia abbiamo prodotto!
Avevamo già in portfolio uno spettacolo sulla 1a guerra mondiale, realizzato in occasione del centenario della conclusione, ma questa volta pensiamo di aver dato un taglio più vicino alle nostre sensibilità. Dunque più che una celebrazione della vittoria, un omaggio a coloro che l’hanno combattuta senza averla voluta. E il destino ha voluto che, dopo aver scritto il testo e scelte le canzoni, è scoppiata in Europa un’altra guerra. La storia (raccontata in scena da due soldati posti su 2 fronti opposti) è vera: la vigilia di Natale del 1914, sul fronte occidentale che attraversava il Belgio, istintivamente scoppiò una tregua voluta da chi era in prima linea. Per recuperare e dare degna sepoltura ai commilitoni morti e abbandonati nella terra di nessuno, per celebrare la Messa, o semplicemente perché erano ragazzi che non volevano morire. Appena i Comandi lo vennero a sapere punirono i responsabili ma quelle poche ore (durante le quali venne addirittura organizzata una partita di calcio) sono rimasti come un seme di quell’Unione che sarebbe fiorita solo 43 anni (e un altro conflitto devastante) dopo. Ma “Natale d’Europa” non è solo contenuto, è anche forma e la presenza di 2 musicisti che ripropongono le classiche canzoni natalizie lo rende ideale anche come celebrazione della festa per un pubblico indistinto.
La nostra intro, per quanto vera, non voleva essere ironica. Perché a parte i problemi economici di cui anche noi siamo testimoni, e quelli sanitari che non c’è bisogno di spiegare, il lockdown ha provocato tragedie altrettanto gravi quali l’aumento delle violenze domestiche. Siamo molto orgogliosi di aver raggiunto la parità di genere sia in ambito autoriale che performativo e questo ci ha dato la possibilità di venire a contatto con una donna che nei Centri Antiviolenza opera. Solo a lei probabilmente sarebbe potuto venire in mente “Madre di me stessa” che alterna a letture, musica e quadri, momenti di coscienza collettiva con il pubblico. E che, senza nascondere nulla e non autocensurandosi in nome di un malinteso concetto di politicamente corretto, fornisca comunque una via d’uscita, basata su storie vere. Perché se è vero che uno spettacolo non cambia il mondo ed è altrettanto scontato che questo crimine (come tutti gli altri crimini) non sparirà dalla faccia della Terra, è altrettanto dimostrabile che la trasmissione nel 1979 di “Processo per stupro” da parte della RAI ha incrementato il numero delle denunce. A qualcosa la cultura sembra che serva.
Fortunatamente però la maggioranza delle famiglie non deve affrontare in prima persona questi drammi e tra poco si scatenerà il dibattito su regali di Natale/dove andare a Capodanno. Ma tanti non potranno permettersi nessuna di queste spese. Non sarebbe bello se un Comune potesse offrire a loro e a tutti qualcosa che in pochi hanno visto dal vivo? Quanti hanno partecipato ad uno spettacolo di magia? Hanno pescato una carta, scelto un numero? Ci saranno dei complici in platea? La risposta a queste ed altre domande possiamo offrirla noi con le competenze di un “SuperMago” (e di una musicista che lo accompagna dal vivo) 2 volte vincitore del Campionato italiano di magia e che lo scorso anno si esibiva a Las Vegas. Come siamo venuti in contatto con un artista così diverso da ciò che vi aspettate da noi? Un suggerimento: ha a che fare anche questo fortuito incontro con la parità di genere. Ma non c’è bisogno di essere una coppia con l’alibi dei figli per partecipare!