“Sventurata la terra che ha bisogno della giornata internazionale contro la violenza sulle donne” direbbe Bertolt Brecht. Ma se è vero che immaginare un mondo dove questi crimini (come tutti gli altri crimini) non esistano è vano, è altrettanto appurato che parlarne è fondamentale. Perché se il numero di violenze denunciate è in crescita, è anche perché molte donne ora le denunciano. E questo anche grazie ad iniziative culturali a partire da “Processo per stupro” trasmesso dalla Rai nel 1979.
Il nostro approccio è stato diverso, anche per l’occhio di riguardo che abbiamo per giovani e scuole. Sì raccontare storie vere, in parte ricavate dai libri e in parte raccolte di persona, sì spiegarne le conseguenze su breve e lungo periodo, ma offrendo una via d’uscita. “Madre di me stessa” è colei che, alla fine del nostro percorso, reagisce, lotta per la verità, impara con tanti sacrifici e a fatica a prendersi cura di sé stessa. E questo prescindendo da età, estrazione sociale, origini e storie familiari diverse.
E proprio per abbattere ogni luogo comune, le 2 artiste sul palco interagiscono anche col pubblico per porre domande sui/sulle protagonisti/e delle nostre storie che non provengono sempre da ambienti lontani da noi.
L’argomento è chiaramente difficile ma per non renderlo insostenibile abbiamo cercato di mitigare il tutto con immagini evocative proiettate sul nostro schermo e musica dal vivo. E “Respect” di Aretha Franklin ci sembra la risposta a tante domande.
FORMA Incontro teatrale con musica dal vivo e proiezioni
DURATA 1 ora e 15 minuti circa